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In questo studio animale sono stati testati diversi materiali per la rigenerazione ossea offerti dal mercato: Bio‐Oss, idrossiapatite sintetica/ß‐TCP, calcio fosfato, osso umano mineralizzato/demineralizzato, ß‐TCP/calcio solfato, calcio solfato putty. All’esame istologico effettuato dopo 4 settimane, tutti i biomateriali mostrarono una limitata bioerosione/biodegradazione; nessuna differenza significativa nella chiusura del difetto osseo sperimentale; anzi la guarigione spontanea del difetto in assenza di biomateriali produceva 48% di osso neoformato e 20% di area ossea mentre con i biomateriali il valore di osso neoformato variava dal 2.5% al 8%. Le particelle di biomateriale residuo variavano dal 18 al 61%. NESSUN BIOMATERIALE ERA IN GRADO DI AUMENTARE LA FORMAZIONE DI NUOVO OSSO OLTRE LA INNATA POTENZIALITA’ RIGENERATIVA.
N.D.R.: con i limiti di questo studio animale, è raccomandabile usare i “biomateriali” con la consapevolezza di questi limiti in rapporto agli obiettivi terapeutici
Susin C.et al. J. Clinical Periodontology, 2018, n. 7
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